domenica 15 marzo 2015

Commento "La via dei simboli"

Senza ombra di dubbio oggi la società è diventata la chiave di tutto. Anche in architettura è nato questo bisogno di far emergere la collettività. Come rendere reale questo? Attraverso dei simboli in cui possiamo riconoscere ognuno di noi, sia come un tutt'uno, ma anche individualmente. Il fattore principale è che tale simbolo venga più o meno condiviso collettivamente (un po' come il paesaggio). Si deve dare importanza alla società. Come nelle pubblicità di oggi non importa più l'essere funzionante (è quasi sottinteso), ma si deve dare di più, si deve personalizzare: ognuno di noi deve vivere il progetto. Sarà forse l'inizio di un nuovo umanesimo, in cui l'uomo diventa il centro di tutto e sopratutto le sue esperienze sono al centro di tutto?
La prima architettura che mi è venuta in mente, in quanto si caratterizza in particolare modo per quell'elemento, è la Chiesa della Luce di Tadao Ando. La croce, oltre ad essere il simbolo della cristianità, è anche metafora della nostra esistenza che deve vedere la vera luce che rischiara ogni uomo. Qui non è una architettura che è simbolo ma una architettura che si basa prevalentemente su quel simbolo, ed è parte integrante. Inoltre anche l'elemento della luce è emanazione e metafora di Dio.
 
 
Tadao Ando gioca spesso con la luce, sempre comunque non solo con il fine di illuminare, ma proprio come metafora di un qualcosa; per esempio per l'intervento della Kamigata Rakugo Association Hall la luce è metafora delle parole dei narratori giapponesi, che illuminano la profondità dell'animo umano, diventando così un'icona per la città di Osaka.

 
 
Non si deve neanche volare troppo lontano se si pensa alla chiesa di Dio Padre Misericordioso a Tor Tre Teste a Roma di Meier. La navata è simile ad una barca (nella religione cristiana è la barca della Chiesa che trasporta il suo popolo), le tre vele (decisamente numero non a caso per simboleggiare la Trinità) ricordano la protezione di Dio.

 
 

Non bisogna comunque dimenticare che l'architettura deve essere funzionante e non solo apparenza: l'abito non fa il monaco. Allo stesso tempo l'architettura non deve diventare come "una donna bella ma che non balla". Il simbolo deve essere solo ornamento dell'architettura, deve far emozionare ed entrare dentro lo spettatore ma non essere l'unico  elemento dell'architettura. L'architettura non deve essere vuota al suo interno. Lo è un esempio il museo a Bilbao di Gehry: la sua architettura è come una cattedrale gotica, ma allo stesso tempo è davvero funzionante.

Alcune domande sulla lezione 11/03/15: "Comunicazione marsupiale" e "Lo strumento come sfida"

1)Definizione di paesaggio mentale. E' forse da intendersi "come una persona guarda il mondo", e che tutto ciò dipende da alcuni fattori spesso in evoluzione? ovvero come il paesaggio in generale ma con la differenza che gli strumenti che lo compongono sono i nostri pensieri, ansie, paure?

2)Si è detto che negli anni Novanta l' architettura è da intendersi come fatto comunicativo. Legandol al concetto di pubblicità, e quindi di targetizzazione, come fa a diventare in alcuni casi il simbolo di una comunità, se non tutti riescono a capirla? Forse per il fatto che può avere svariate interpretazioni, e per quanto non possa essere capita fino in fondo, comunque si lascia vivere. Un po' come il Museo di Bilbao di Gehry, che diventa come una cattedrale gotica, formando una piazza che riesce ad essere vissuta giorno e notte.

3)Si pensa che il Movimento moderno si basi solo sul fattore della funzionalità. Anche se in modo implicito però alcune architetture rimandano ad altre immagini. Non è forse vero che dietro alla pianta di Ville Savoye di Le Corbusier si cela il volto di una donna?

 
 

lunedì 9 marzo 2015

Primi esercizi con PROCESSING

Le parole principali per iniziare sono 2:
void setup () { }
void draw () {}

ESERCIZI:

1) Il colore: da ricordare 0= nero, mentre 255=bianco


Cambiando alcuni valori su background, ottengo un altro colore


2) Punto e quadrato: ognuno di loro ha delle coordinate


Posso cambiare le coordinate (e quindi le dimensioni) e i colori


3)Le variabili: attraverso delle equazioni si trovano vari punti in serie


Cambiando equazioni e colori, trovo altri punti


4) Movimento: è possibile fare animazioni












lunedì 2 marzo 2015

Commento lezione " Il ruolo strutturale dell' informazione" 02/03/2015

Come si è già accennato precedentemente, ogni fase non cancella quella precedente, ma anzi sono legate tra di loro: tra una fase e l' altra, però, avvengono dei salti, dei salti cognitivi dovuti a delle crisi.
Ne sono un esempio le tre fasi suddivise da Alvin Toffler: epoca agricola, industriale e quella dell' informazione. Per passare da una fase all' altra c'è stato bisogno di crisi. Nella fase agricola (fino al 1791) la quota maggiore era riservata al bene terra, che aveva un ruolo enorme; in quella industriale (1791-1955) invece i macchinari, mentre in quella odierna l' informazione. Ovviamente in ogni fase non si annulleranno totalmente le caratteristiche principali delle altre due, ma avranno una percentuale minore.
Questi salti tra una fase e l' altra avvengono anche in architettura. Nella fase industriale se l' affermazione principale è: "Io esisto in quanto funziono", nell' architettura ciò viene rappresentato per esempio con l' Unitè d' Habitation di Le Corbusier. È perciò un' architettura basata sulla standardizzazione, su processi seriali e razionali. Si ha l' obiettivo di rendere i bisogni oggettivi: si crea un prodotto ideale e lo si duplica all' infinito (es: Ford T). Oggi invece la formula è "Io esisto in quanto informo", e la parola chiave è personalizzazione, no standardizzazione (salto dalla Ford T standard alla Smart personalizzabile, attraverso l' elettronica). Gli spazi sono multifunzionali e la componente principale è l' informazione. La quota dell' informazione perciò crescerà di percentuale, dovuta a pubblicità, design. Nel periodo dell' informazione l' architettura non è più statica, monofunzionale, standard, ma dinamica, trasformabile, multitasking.

domenica 1 marzo 2015

Commento all' articolo "Architettura come sistema vivente" (A.Saggio) e riflessione su CRISI-MODERNITA'-INFORMATION TECHNOLOGY

"...poichè una fase della vita e della storia mai deve cancellare l' altra, ma sempre nuove pubertà devono essere aperte". Questa frase aiuta a riflettere molto: fa capire come ogni situazione accade solo grazie all' esistenza di un' altra precedente, essendo legate tra di loro. L' informatica perciò non va vista, in questo caso nell' articolo, come un anti-libro, ma come un cambiamento. Un cambiamento però non virtuale, ma concreto. Un' informatica che in-forma, che da' forma, creando modelli e progetti trasformabili. L' informazione è la materia prima dell' architettura di oggi.
E' vero, forse può sembrare una realtà oggettiva: di sicuro non si riesce a sentire gli odori come di un libro appena sfogliato. Ma per questo è un cambiamento, una rivoluzione, un "voltare pagina".
Inoltre ha vantaggi incredibili, anche solo per il fatto di essere multitasking.
Le tecnologie sono delle crisi, motore di salti, per arrivare ad un tentativo di innovazione.
Per esempio le nanotecnologie riescono realmente a dare vita all' architettura: non si ha più un' architettura statica, ma dinamica, in trasformazione, come il tempo del pc che corre veloce, mentre le lancette dell' orologio del Borromini sono invece ferme.

Le parole CRISI, MODERNITA' e INFORMATICA hanno qualcosa in comune, ovvero il concetto di cambiamento, trasformazione, dinamicità. La crisi è composta da una serie di ragionamenti che tendono a formare un nuovo rapporto, una nuova visione. La modernità è la risposta ad una crisi, un atteggiamento verso una crisi per poi trasformarla in valore. (Ne è un esempio la chiesa del Brunelleschi che nasce con una crisi: la modernità sta nel fatto che per la prima volta l' uomo è riuscito a creare un rapporto tra spazio e piano. La prospettiva è crisi, non soluzione). Nell'informatica è tutto INFORMAZIONE, ovvero IN-FORMAZIONE: è una massa fluida che deve prendere forma. Modellare secondo una forma. Per questo l' informatica non è virtuale, ma concreta. Il modello non è nient'altro che la forma che prende l' informazione, che è diventata la nuova materia prima dell' architettura. Nel mondo informatico i dati puri e semplici non esistono, ma solo informazione.
Che cos'è infatti l' informazione? È l' applicazione di una convenzione ad un dato. Infatti si ha già all' inizio una trasformazione, un cambiamento da una situazione precedente ad una successiva tramite il dato (foglio bianco-segno con la penna). Al dato poi, attraverso le molteplici convenzioni che si possono dare, si arriva ad un' informazione. Nel' informatica sia il dato che la convenzione sono sottintesi: si parte dal' informazione. L' information tecnology è una crisi che rimette in circolo nel campo dell' architettura, riflessioni, ripensando criticamente ad una serie di questioni. È un salto cognitivo, una combinazione tra tecnologia e nuova visione del mondo. L' architettura è diventata un' essere vivente.